lunedì 30 marzo 2020

RANOCCHIA: “PER SUPERARE QUESTO MOMENTO BISOGNA LAVORARE DA SQUADRA”

Proseguono gli appuntamenti con i giocatori nerazzurri che dalle loro abitazioni si raccontano rispondendo alle domande inviate dai tifosi sui profili social Inter. Andrea Ranocchia dalla sua abitazione ha parlato anche del difficile momento che tutti stiamo affrontando: “Nessuno si sarebbe aspettato una cosa del genere, la nostra generazione ma anche quella dei nostri genitori non avevano mai vissuto una situazione così, ma dobbiamo tenere duro, lavorare come una squadra per uscirne il prima possibile. Io in questi giorni mi sono preso un po’ di tempo per me stesso. Due volte al giorno mi alleno, intervallando diversi esercizi e lavori e adattandoli alla “casa”, poi leggo, cucino, ascolto musica e mi organizzo così la giornata. Non possiamo far altro che stare in casa, al sicuro, salvaguardando noi e gli altri. Mi auguro che tutto passi il prima possibile”.

Nella vita, come nello sport è fondamentale affrontare nel migliore dei modi i momenti di difficoltà, per uscirne ancora più forti: “A livello sportivo e personale anche io ho vissuto momenti difficili, tutti abbiamo avuto alti e bassi nella vita. Anche a livello calcistico ci sono stati momenti difficili, però sono sempre state occasioni di grande crescita e di presa di coscienza per migliorarsi in futuro. Le difficoltà aiutano a formarti, ad oggi sono soddisfatto di quello che ho fatto e costruito dall’inizio della mia carriera, soprattutto a livello umano, che per un calciatore è importantissimo”.

Diverse le curiosità per il difensore nerazzurro, dalle emozioni degli esordi all’Inter di oggi: “La mia prima volta a San Siro è stata da avversario, ed è coincisa con il mio esordio in Serie A, ero nel Bari e abbiamo pareggiato contro l’Inter del Triplete, è stata una partita bellissima e un’emozione indimenticabile. Il mio esordio con l’Inter è stato particolare perché l’ho fatto a Catania, sono entrato per qualche minuto e ricordo l’emozione, perché entrare ufficialmente nella squadra che l’anno prima aveva vinto tutto è stata una sensazione unica, giocare al fianco di quei calciatori per me era il massimo. La nostra è una bella squadra, dobbiamo ancora crescere ma la società ha fatto tanti innesti”. Conte? “Non è cambiato rispetto al passato, sono cambiati un po’ i metodi di allenamento ma lui ha quello spirito guerriero, quel fuoco dentro che l’ha sempre contraddistinto, questa è la sua forza”.

Poi i momenti più significativi con la maglia nerazzurra: “Ci sono stati tanti momenti importanti con l’Inter, ovviamente le gioie sono legate anche ai trofei, ricordo quando abbiamo vinto la Coppa Italia a Roma contro il Palermo, vincere con questa maglia ha un sapore diverso, unico. Anche il salvataggio contro il Bayern Monaco è un bel ricordo, salvare quel gol mi ha reso orgoglioso anche del fatto di essere riusciti a passare il turno contro una squadra forte e a casa loro. È stata una frazione di secondo ma rimane un ricordo indelebile”.

Diverse le sensazioni provate indossando la fascia da capitano: “Indossare quella fascia dopo Zanetti è stata una bella eredità, una grandissima soddisfazione, tanta responsabilità. Non capita a tutti di poter indossare la fascia di un Club così importante, è una cosa che ricorderò per tutta la vita”.

Tanti i ricordi nerazzurri per Andrea Ranocchia: “Sicuramente i gol interisti più importanti sono quelli di Milito in finale di Champions League. Quelli sono i gol che si ricordano di più, anche se sono stati fondamentali anche tutti quelli che sono stati fatti per arrivare a giocarsi quella partita. Essere entrato l’anno dopo in quello spogliatoio, aver conosciuto da vicino quei giocatori è stato stupendo. Ci sono tanti calciatori dell’Inter del passato con cui sono rimasto in contatto, Materazzi l’ho sentito qualche giorno fa, Zanetti lo vedo spesso, poi Stankovic, Chivu. Ho visto Cambiasso da poco, a Milito ho scritto via instagram, allo stesso modo ho sentito Jonathan”.  

Sui primi idoli calcistici: “Quando ero piccolo facevo l’attaccante, ero già molto alto, correvo e così mi hanno messo a fare la punta, il mio idolo era Ronaldo “Il Fenomeno”, poi da quando sono diventato difensore centrale mi sono sempre ispirato a Nesta, aldilà della fede calcistica, a livello umano e in campo. Ho scambiato diverse maglie con gli avversari, ho un magazzino pieno che un giorno sistemerò e ordinerò e mi verranno in mente tanti ricordi delle partite che ho fatto. Poi ci sono delle maglie speciali che tengo per me, nella mia collezione perché ogni anno dell’Inter e da quando gioco a calcio ne tengo sempre una per ricordo. In camera ho quattro maglie appese, una di Zanetti, dell’anno che ho giocato con lui, autografata e con dedica, una di Nesta, di Buffon della Nazionale e quella di Maldini che ho incrociato quando giocavo a Bari. Sono un po’ i giocatori che hanno segnato la storia degli ultimi decenni di calcio, poi ho anche quella di Totti, un'altra bandiera”.

Infine qualche curiosità sui compagni di squadra e sul futuro e il videomessaggio di Esposito: “Con lui mi confronto spesso in campo, ha tanto talento, più che consigli, con i giocatori più giovani mi confronto” Il futuro? “Ci sto pensando a cosa fare dopo, ancora non lo so, mi piacerebbe restare nel mondo del calcio e lavorare con i giovani. Ma ho diverse idee e valuterò quando finirò. La mia è una passione e quindi abbandonarla sarà difficile”. Il giocatore più bello della rosa? “Su questo tema prendo spesso in giro D’Ambrosio che è sempre preciso, impeccabile, anche Brozovic fa la sua figura, non vedo l’ora di rivederlo!”.

(Foto Getty Images)

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